Varie su Bolano

Stella distante – “ultima” intervista a Bolaño

Mónica Maristain – luglio 2003
Playboy, aluglio 2003

© traduzione di carmelo pinto

Quella di Mónica Maristain non è stata l’ultima intervista concessa da Bolano. Questa intervista, in realtà, è il frutto di un intercambio che si sviluppa per due anni, tra il 2002 e il 2003 e cukmina nella intervista.
La versione integrale è pubblica nella raccolta di 25 interviste della Maristain intitolata La última entrevista a Roberto Bolaño y otras charlas.

Dice la maristain:
per me l’intervista perfetta è stata quella di roberto. E’ un esempio di molte cose. Fu propiziata da lui, volle farla. Chiese di farla prima di morire e fu una decisione personale, che gliela facessi. Avevamo una comunicazione privata molto ricca, epistolare, molto intima, molto vicina, e le domande furono fatte come in trance, un grado di libertà pwer chiedere stupidaggini. Para mí, la entrevista perfecta fue la de Roberto. Es un ejemplo de muchas cosas. Fue propiciada por él, quiso hacerla. Pidió hacerlo antes de morir y fue una decisión personal, y que yo se la hiciera. Teníamos una comunicación personal muy rica, epistolar, muy íntima, muy cercana, y las preguntas fueron hechas como en trance, un grado de libertad para preguntar tonterías, como si tuvo una patineta durante su infancia. Di fatto la vera ultima intervista è stata quella di Andrés Gómez per La tercera [leggi l’intervista ]

Martedì scorso è morto a cinquant’anni lo scrittore e poeta cileno Roberto Bolaño. Per molti era il migliore scrittore latinoamericano dei nostri tempi. Autore di culto per buona parte della sua vita, a partire dal Premio Rómulo Gallegos al romanzo I detective selvaggi nel 1998 la sua opera si è trasformata in oggetto di devozione per più di una generazione. Negli ultimi tempi, oltre agli elogi entusiastici ricevuti da giornali come “Libération” e “Le Monde” e da personalità come Susan Sontag, alcuni hanno perfino fantasticato di vederlo premiato con il Nobel. Nella settimana della sua morte, la giornalista Mónica Maristain ha pubblicato per l’edizione messicana di “Playboy” questa lunga intervista nella quale Bolaño parla di tutto: della letteratura, degli anni passati in povertà, della sua fiducia nei lettori, della grammatica dei disperati, del paradiso immaginario e dell’inferno tanto temuto.

Nel confuso panorama della letteratura in lingua spagnola, dove ogni giorno che passa appaiono nuovi scrittori più preoccupati di vincere borse di studio e incarichi nei Consolati che di contribuire in qualche modo alla creazione artistica, spicca la figura di un uomo magro, zaino blu in spalla, occhiali dalla montatura enorme, eterna sigaretta tra le dita, sottile ironia a bruciapelo sempre pronta in caso di necessità. Roberto Bolaño, nato in Cile nel 1953, è quanto di meglio sia accaduto al mestiere di scrivere da molto tempo. Da quando il suo monumentale I detective selvaggi, forse il grande romanzo messicano contemporaneo, è diventato famoso e ha ricevuto i premi Herralde (1998) e Rómulo Gallegos (1999), la sua influenza e la sua figura sono andati crescendo: tutto quello che dice con il suo umorismo tagliente e la sua raffinata intelligenza, tutto quello che scrive con la sua abile penna, di grande audacia poetica e profonda complessità creativa, è degno dell’attenzione di coloro che lo ammirano e, naturalmente, di quelli che lo detestano. L’autore appare come personaggio nel romanzo Soldati di Salamina di Javier Cercas e viene omaggiato nell’ultimo romanzo di Jorge Volpi, El fin de la locura. Come tutti gli uomini di genio fa discutere, genera acerrime antipatie malgrado il suo carattere affettuoso, la voce tra l’acuto e l’aspro con cui risponde – con cortesia da bravo cileno – che non scriverà un racconto per la rivista perché il suo prossimo romanzo, che tratterà degli omicidi di donne a Ciudad Juárez, pur essendo arrivato già a 900 pagine non è ancora finito.

Roberto Bolaño vive a Blanes, in Spagna, ed è molto malato. Spera che un trapianto di fegato gli permetterà di vivere con l’intensità celebrata da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo in privato. I suoi amici dicono che a volte si dimentica di andare alle visite mediche per continuare a scrivere.

A 50 anni, quest’uomo che ha girato l’America Latina in sacco a pelo ed è sfuggito alle fauci del regime di Pinochet perché uno dei suoi carcerieri era stato suo compagno di scuola, che ha vissuto in Messico (e forse un giorno un tratto della calle Bucareli prenderà il suo nome), che conobbe i militanti del Farabundo Martí che sarebbero poi diventati gli assassini del poeta Roque Dalton a El Salvador, che fece il guardiano in un campeggio catalano, il venditore di bigiotteria in Europa e fu ladro di buoni libri perché leggere non è solo un problema di atteggiamento, quest’uomo, possiamo dirlo, ha cambiato il corso della letteratura latinoamericana. E l’ha fatto senza avvertire né chiedere il permesso, come avrebbe fatto Juan García Madero, l’antieroe adolescente dei gloriosi Detective selvaggi: “sono al primo semestre di giurisprudenza. Io non volevo studiare giurisprudenza, bensì lettere, però mio zio insisteva e alla fine ho dovuto cedere. Sono orfano. Diventerò avvocato. Fu questo che dissi a mio zio e a mia zia e poi mi chiusi in camera e piansi tutta la notte”. Il resto si trova nelle restanti 608 pagine di un romanzo la cui importanza è stata paragonata dai critici a Il gioco del mondo di Julio Cortázar e persino a Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez. Di fronte a una simile iperbole, lui direbbe: non esiste. Meglio allora passare a quello che conta in questo momento: l’intervista.

Ha avuto importanza nella sua vita il fatto di essere nato dislessico ?
Nessuno. Problemi quando giocavo a calcio, sono mancino. Problemi quando mi masturbavo, sono mancino. Problemi quando scrivevo, sono destro. Come puoi vedere, nessun problema importante.

Enrique Vila-Matas ha continuato ad essere amico suo, dopo la lite che lei ha avuto con gli organizzatori del premio Rómulo Gallegos?
La lite che ho avuto con la giuria e gli organizzatori del premio e’ dipesa, fondamentalmente, dal fatto che loro pretendevano che io avallassi, da Blanes (la citta’ spagnola dove Bolano viveva ndt) e alla cieca, una selezione alla quale io non avevo partecipato. I loro metodi che una pseudo poetassa “chavista” mi trasmise per telefono, assomigliavano molto agli argomenti dissuasivi della “Casa de las Americas” cubana. Mi sembrò un grande errore che Daniel Sada o Jorge Volpi fossero eliminati sin da subito, per esempio. Loro hanno detto che a me interessava solo viaggiare con mia moglie e i figli, affermazione totalmente falsa. Dall’indignazione per questa menzogna e’ nata la mia lettera dove li definii neostalinisti e altro ancora, di fatto. mi informarono che erano decisi sin dal principio a premiare un altro autore che precisamente non era Vila-Matas, il cui romanzo mi sembrava buono che senza dubbio era uno dei miei candidati.

Perche’ non ha l’aria condizionata nel suo studio ?
Perche’ il mio motto non è “Et in Arcadia ego”, ma “Et in Esparta ego”.

“La mia unica patria sono i miei figli, lautaro e Alexandria. E a volte, ma in secondo piano, alcuni istanti, alcune strade, alcuni volti o scene o libri che sono dentro di me e che un giorno dimenticherò, che è la cosa migliore che uno possa fare con la patria. ”
No crede che se si fosse ubriacato con Isabel Allende y Ángeles Mastretta sarebbe stato diverso il suo parere sui loro libri?
Non lo credo. Primo, perche’ codeste signore evitano di bere con gente come me. Secondo, perche’ io gia’ non bevo piu’. Terzo, perché nemmeno nelle mie peggiori ubriacature ho perso una certa lucidita’ minima, un senso della prosodia e del ritmo, un certo rifiuto di fronte al plagio, la mediocrità o il silenzio.

Qual è la differenza tra una scribacchina e una scrittrice ?
Una scrittrice è Silvana Ocampo. Una scribacchina e Marcela Serrano: Gli anni luce di distanza che separano l’una dall’altra.

Chi l’ha convinto che poeta è meglio di narratore?
La gradazione di rossore che sento, quando, per pura casualita’ apro un mio libro di poesia o uno di prosa. Mi fa arrossire meno quello di poesia

lei e’ cileno, spagnolo o messicano ?
Sono latinoamericano

Che cos’e’ la patria per lei ?
Mi dispiace darti una risposta banale e volgare. La mia unica patria sono i miei figli, lautaro e Alexandria. E a volte, ma in secondo piano, alcuni istanti, alcune strade, alcuni volti o scene o libri che sono dentro di me e che un giorno dimenticherò, che è la cosa migliore che uno possa fare con la patria.

Che cos’è la letteratura cilena ?
Probabilmente gli incubi del poeta piu’ disgustato e grigio e forse il piu’ codardo dei poeti cileni: Carlos Pezoa Véliz, morto agli inizi del XX secolo, e autore di solo due poemi memorabili, pero’ ,questo sì, veramente memorabili, e che continua a sognarci e a soffrire. E’ possibile che Pezoa Véliz non sia ancora morto e sta agonizzando e che il suo ultimo minuto sia un minuto abbastanza lungo no?, e tutti stiamo dentro di lui. O perlomeno tutti noi cileni stiamo dentro di lui

Perché le piace essere sempre controcorrente
Io non sono mai controcorrente.

Ha piu’ amici o nemici?
Ho abbastanza amici e nemici, tutti gratuiti.

Chi sono i suoi amici intimi?
Il mio migliore amico e’ stato Mario Santiagoprofilo di mario santiago, che è morto nel 1988. Attualmente tre dei miei migliori amici sono Ignacio Echevarría e Rodrigo Fresán e A. G. Porta.

Antonio Skarmeta lo ha mai invitato al suo programma ?
Una sua segretaria, forse la sua amante, mi chiamo’ una volta per telefono. Le dissi che ero molto occupato.

Javier Cercas ha diviso con lei i regali per “Soldati di Salamina” ? nota
Naturalmente no

Enrique Lihn, Jorge Teillier o Nicanor Parra ?
Nicanor Parra davanti a tutti, inclusi Pablo Neruda e Vicente Huidobro e Gabrila Mistral

Eugenio Montale, T. S. Eliot o Xavier Villaurrutia?
Montale. Se al posto di Eliot c’era James Joyce, allora Joyce. Se al posto di Eliot c’era Ezra Pound, senza dubbio Pound.

John Lennon, Lady Di o Elvis Presley?
The Pogues. O Suicide. O Bob Dylan. Però dai non facciamo i pignoli: Elvis forever. Elvis con un cappello da sceriffo mentre guida una Mustang e riempendosi di pasticche, e con la sua voce d’oro.

Chi legge di piu’, lei o Rodrigo Fresan ?
Dipende. L’Ovest e’ per Rodrigo . L’Est per me. Poi contiamo i libri delle rispettive aree e sembrerebbe che abbiamo letto tutto

Qual e’ il miglior poema di Pablo Neruda secondo lei?
Quasi tutti di “residencia sulla terra”

Che cosa avrebbe detto a Gabriela Mistral se l’avesse conosciuta?
Mamma perdonami, sono stato cattivo, ma l’amore di una donna mi ha fatto diventare buono

E a Salvador allende?
Poco e niente. Quelli che hanno il potere (anche se per poco tempo) non sanno niente di letteratura, solo gli interessa il potere. E io posso essere il pagliaccio dei miei lettori, se mi viene voglia, ma mai dei potenti. Suona un po’ melodrammatico. Suona come la dichiarazione di una puttana onorata. Ma comunque e’ cosi’

E a Vicente Huidobro?
Huidobro mi annoia un po’. Troppo tralali tralala, troppo paracadutista che viene giù cantando come un tirolese. Sono meglio i paracadutisti che scendono avvolti nelle fiamme, o di botto, quelli a cui non si apre il paracadute

Octavio Paz continua a essere il nemico?
Per me certamente no. Non so cosa penseranno i poeti che a quell’epoca, quando vivevo in Messico, scrivevano come suoi cloni. E’ da molto che non so niente di poesia messicana. Rileggo José Juan Tablada e Ramón López Velarde, perfino potrei recitare, se si presenta l’occassione Sor Juana, ma non so niente di quelli che, come me si avvicinano ai 50 anni.

Non le darebbe adesso questo ruolo a Carlos Fuentes?
E’ da molto che non leggo niente di Carlos fuentes

Che cosa le produce il fatto che Arturo Perez Rverte sia attualmente lo scrittore piu’ letto in lungua spagnola?
Perez Reverte o Isabel Allende. E’ lo stesso. Feuillet era l’autore francese piu’ letto della sua epoca.

E il fatto che Arturo Reverte sia entrato nella’Accademia reale ?
La Real Accademia e’ un covo di privilegiati. Non c’e’ Juan Marsé, non c’e’ Juan Goytisolo, non c’e’ Eduardo Mendoza ne’ Javier Marías, non c’e’ Olvido García Valdez, non ricordo se c’e’ Alvaro Pombo (probabilmente se c’e’ cio’ si deve a un equivoco), pero’ c’e’ Perez Reverte. Bene, anche Paul Coelho fa parte della Real accademia brasiliana

Si pente di aver criticato il menù che le ha servito Diamela Eltit? nota
Non ho mai criticato il suo menu’. E comunque casomai ho criticato il suo umore, un umore vegetariano, o meglio che sa di dieta.

Le dispiace che Diamela lo consideri una cattiva persona, dopo cio’ che e’ successo in quella malaugurata cena ?
No povera Daniela, non mi dispiace. Mi dispiacciono altre cose.

Ha versato qualche lacrima per le numerose critiche che ha ricevuto da parte dei suoi nemici?
Moltissime, ogni volta che leggo qualcuno che parla male di me, mi metto a piangere, mi butto per terra, mi graffio, smetto di scrivere per un tempo indefinito, cala l’appetito, fumo fdi meno, faccio sport, esco a camminare sulla spiaggia, che , tra parentesi, e’ a meno di trenta metri da casa mia, e chiedo ai gabbiani, i cui antenati, si mangiarono i pesci que si mangiarono Ulisse perche io? Perche io? Che non gli ho fatto alcun male?

Qual e’ l’oipinione riguardo alla sua opera che ritiene di maggior valore ¿
I miei libri li leggono Carolina ( sua moglie ndt) e dopo Jorge Heralde (l’editore di Anagrama) e dopo mi sforzo di dimenticarli per sempre.

Che cosa ha comprato con i soldi che ha guadagnato con il premio Romulo Gallegos?
Non molto. Una valigia, se ricordo bene.

Quando viveva grazie ai concorsi letterari, c’e’ n’e’ stato qualcuno che non ha potuto incassare o ricevere?
Nessuno. I municipi e gli enti spagnoli, sotto questo aspetto, sono di una probita’ al di sopra di ogni sospetto

Era un buon cameriere o era meglio come venditore di bigiotteria ?
Il lavoro dove mi sono meglio disimpegnato e’ stato quello di vigilante notturno di un camping vicino Barcellona. Mai nessuno ha rubato finche’ ci son ostato io. Impedii alcune liti che sarebbero potute terminare male. Ho evitato un linciaggio (anche se dopo avrei strangolato o linciato con piacere io stesso il tipo in questione.

Ha sperimentato la fame feroce, il freddo che gela le ossa, il caldo che lascia senza respiro?
Come dice Vittorio Gassman in un film: modestamente si

Ha mai rubato qualche libro che poi non le e’ piaciuto?
Mai. Il bello dei furti di libri ( e non di casseforti) e’ che uno non puo’ esaminarne il contenuto con calma prima di commettere il delitto

Ha mai camminato qualche volta in mezzo al deserto?
Si, in una occasione, per giunta in braccio a mia nonna: L’anziana signora era instancabile e io pensai que non ne saremmo usciti vivi

Ha visto pesci colorati sotto l’acqua?
Naturalmente. In Acapulco, senza andare troppo lontano, nel 1974 o 1975

Si e’ mai bruciato la pelle con una sigaretta?
mai volontariamente

Ha mai inciso su un albero il nome della persona amata?
Ho commesso eccessi anche maggiori, ma stendiamo un pietoso velo.

Ha mai visto la donna piu’ bella del mondo?
Si quando lavoravo in un negozio piu’ o meno nelll’84. Il negozio era vuoto ed entro una donna indu’. Sembrava e forse lo era, una principessa. Mi comprò alcuni pendenti di bigiotteria. Io naturalmente stavo sul punto di svenire. Aveva la pelle di rame, capelli lunghi, rossi, e per il resto era perfetta. La bellezza atemporale. Quando dovetti incassare provai molta vergogna. Lei m sorrise, come se mi dicesse che capiva, e che non dovevo preoccuparmi. Dopo spari’ e mai ho di nuovo visto qualcuna cosi’. A volte ho l’impressione che era la dea Kali, patrona dei ladroni e degli orafi, solo che Kali era anche la dea degli assassini, e questa indù non solo era la donna piu’ bella della terra ma sembrava anche una buona persona molto dolce e comprensiva.

Le piacciono i cani o i gatti?
le femmine di cane, ma ora non tengo piu’ animali

Quali sono le cose che ricorda della sua infanzia
Tutto. non ho una cattiva memoria

Collezionava figurine ?
Si. Di calcio e di attori e attrici di hollywood

Aveva un monopattino?
I miei genitori fecero l’errore di regalarmi un paio di pattini quando vivevamo in Valparaiso, che è una citta tutta salite e discese. Il risultato fu disastroso. Ogni volta che mettevo i pattini era come se volessi suicidarmi

Qual e’ la sua squadra di calcio preferita ?
Adesso nessuna. Quelle che sono retrocesse in seconda divisione e poi, consecutivamente, in terza e nelle regionali, fino a sparire. Le squadre fantasma

A quale personaggio della storia universale avrebbe voluto somigliare ?
A Sherlock Holmes Al capitano Nemo. A Julien Sorel, nostro padre, al príncipe Mishkin, nostro zio, a Alicia, nostra professoressa, a Houdini, que è una miscuglio di Alicia, di Sorel e di Mishkin.

Si innamorava delle vicine piu’ grandi di lei ?
Naturalmente

Le compagne di scuola le prestavano attenzione ?
Non credo. Almeno io ero convinto di no

Cosa deve alle donne della sua vita ?
Moltissimo. Il senso della sfida e la posta alta. E altre cose che taccio per decoro.

Loro le devono qualcosa a lei?
Niente

Ha sofferto molto per amore?
La prima volta, molto, poi ho imparato a prendere le cose con un po’ piu’ di ironia

E per odio?
Anche se suona un po’ pretenzioso, non ho mai odiato nessuno. Perlomeno son osicuro di essere incapace di un odio sostenuto. e se l’odio non è sostenuto, non è odio, no?

Come conquisto’ sua moglie?
Cucinandole riso. A quell’epoca ero molto povero e la mai dieta era praticamente di riso, cosi’ ho imparato a cucinarlo in mille modi

Come era il giorno che divento’ padre per la priam volta ?
Era notte, poco prima delle 12, io ero solo, e siccome non si poteva fumare nell’ospedale, mi fumai una sigaretta virtualmente appollaiato nel tetto del quarto piano. meno male che non mi vide nessuno dalla strada. Solo la luna, avrebbe detto Amado Nervo. Quando rientrai un’infermiera mi disse che mio figlio era già nato. Era molto grande, quasi calvo del tutto, e con gli occhi aperti come chiedendosi chi fosse quel demonio che lo teneva in braccio.

Lautaro (suo figlio) sarà scrittore?
Io spero solo che sia felice. Cosi’ e’ meglio che sia un’altra cosa. Pilota di aerei, per esempio, o chirurgo plastico, o editore.

Cosa vede in lui come suo?
Per fortuna assomiglia molto di più a sua madre che a me

La preoccupano i dati di vendita dei suoi libri?
il minimo indispensabile

Pensa qualche volta qai suoi lettori?
Quasi mai

Che cosa lo ha commosso di tutto quello che hanno detto i suoi lettori della sua opera?
Mi commuovono i veri lettori, senza compromessi, quelli che ancora osano leggere Il dizionario filosofico di Voltaire, che è una delle opere più amene e moderne che conosco. Mi commuovono i giovani di ferro che leggono Cortazar e Parra, così come li ho letti io e come continuero’ a leggerli. Mi commuovono i giovani che si addormentano con un libro sotto la testa. Un libro e il migliore cuscino che esista.

Che cosa lo ha fatto arrabbiare ?
A questo punto arrabbiarsi è perdere tempo. E. Purtroppo, alla mia età il tempo conta.

Ha avuto mai paura dei suoi fans?
Ho avuto paura dei fans di Leopoldo María Panero, il quale, d’altra parte, mi pare sia uno dei tre migliori poeti viventi spagnoli. In Pamplona, durante un ciclo organizzato da Jesús Ferrero, Panero chiudeva il ciclo, e man mano che si approssimava il giorno della sua lettura, la città o il quartiere dov’era il nostro hotel, si riempì di freaks che sembravano essere appena scappati da un manicomio, che, d’altra parte, e’ il miglior pubblico cui possa aspirare un poeta. Il problema è che alcuni non solo sembravano pazzi ma anche assassini e Ferrero e io tememmo che qualcuno, da un momento all’altro, si alzasse e dicesse: io ho ammazzato a Leopoldo Maria Panero e per poi scaricare quattro pallottole nella testa del poeta, e quindi con l’occasione, una a ferrero e l’altra a me.

Che cosa prova quando critici come Dario Osses la considerano lo scrittore latinoamericano con più futuro?
Deve essere uno scherzo. Io sono lo scrittore latinoamericano con meno futuro. Certo si, sono di quelli che hanno più passato, che alla fine e l’unica cosa che conta.

La incuriosisce il libro di critica che sta preparando la sua compatriota Patricia Espinosa?nota
No per niente. Espinosa mi sembra una critica molto brava, indipendentemente da come ne uscirò fuori io nel suo libro, e suppongo non molto bene, ma il lavoro di Espinosa è necessario in Cile. Di fatto, la necessità di una, chiamamola così, nuova critica, e’ qualcosa che comincia ad essere urgente in tutta Latinoamerica

E il libro dell’argentina Celina Manzoni?
Celina la conosco personalmente e le voglio molto bene. A lei ho dedicato uno dei racconti di Puttane assassine

cos’e’ che lo annoia?
Il discorso vuoto della sinistra. Il discorso vuoto della destra gia’ lo do per scontato

Che cosa la diverte?
Vedere giocare mia figlia Alessandra, fare colazione in un bar al lato del mare e mangiarmi un croissant leggendo il giornale. La letteratura di Borges. La letteratura di bioy. La letteratura di Bustos domecq. Fare l’amore.

Scrive a mano ?
La poesia si. Il resto su un vecchio computer del 1993.

L’inferno è “Come Ciudad Juarez, che è la nostra maledizione e il nostro specchio, lo specchio inquieto delle nostre frustazioni e della nostra infame interpretazione della libertà e dei nostri desideri”
Chiuda gli occhi. Quale dei paesaggi che ha visto di latinoamerica le viene in mente per primo ?
Le labbra di Lisa nel 1974. Il camion di mio padre guasto in una strada nel deserto. Il padiglione dei tubercolosi di un ospedale di Cauquenes e mia madre che dice a me e a mia sorella di trattenere la respirazione. Un’escursione a Popocatépetl con Lisa, Mara y Vera e altri che non ricordo, anche se si ricordo le labbra di Lisa, il suo sorriso straordinario.

Com’e’ il paradiso ?
Come venezia, spero, un posto pieno di italiane e italiani. Un posto che si usa e si consuma e che si sa che niente perdura, nemmeno il paradiso, e che cio’ alla fine non importa.

E l’inferno ?
Come Ciudad Juarez, che è la nostra maledizione e il nostro specchio, lo specchio inquieto delle nostre frustazioni e della nostra infame interpretazione della libertà e dei nostri desideri

Quando ha saputo che era gravemente ammalato?
Nel ’92

La malattia cosa ha cambiato del suo carattere?
Niente. Seppi che non ero immortale, il che a 38 anni, gia’ era ora che lo sapessi

Che cosa desidera fare prima di morire?
Niente in particolare. Beh, preferirei non morire, chiaro. Pero presto o tardi la distinta dama viene, il problema è che a volte non è una dama ne tantomeno distinta, bensi come dice Nicanor Parra in una poesia, è una puttana caliente, che fa tremare i denti anche alle persone piu’ navigate

Chi le piacerebbe incontrare nell’aldila
Non credo nell’aldila’ . Se esistesse, che sorpresa. Mi iscriverei immediatamente in qualche corso di Pascal.

Ha mai pensato qualche volta di suicidarsi?
Naturalmente. In qualche occasione sono sopravvissuto proprio perche’ sapevo come suicidarmi se le cose peggioravano

Ha mai creduto qualche volta che stava diventando pazzo?
Naturalmente, pero’ mi ha sempre salvato il senso dell’ironia. Mi raccontavo storie che mi facevano impazzire dalle risate. O ricordavo situazioni che mi facevano ridere a crepapelle

La pazzia, la morte, l’amore, quali di queste di tre cose ha avuto piu’ spazio nella sua vita?
Spero con tutto i lcuore che ne abbia avuto di piu’ l’amore

Quali sono le cose che la fanno ridere fragorosamente?
Le disgrazie proprie e altrui

Quali sono le cose che la fanno piangere ?
lo stesso: Le disgrazie proprie e altrui

Le piace la musica ?
Molto

Lei vede la sua opera come sogliono vederla i suoi lettori e critici: Prima di tutto i detective selvaggi e poi tutto il resto?
L’unico romanzo di cui non mi vergogno è Amberes (Anversa ), forse perche’ continua a essere inintellegibile. Le cattive critiche che ha ricevuto sono le mie medaglie guadagnate in battaglia, non in scaramuccie con fuoco simulato. Il resto della mia “opera”, beh. Non è male, sono romanzi divertenti, il tempo dirà qualcosa di piu’. Per adesso mi danno soldi, si traducono, mi servono per fare amici che sono generiosi e simpatici, posso vivere e abbastanza bene, di letteratura, e perciò lamentarsi sarebbe gratuito e sgradevole. Pero’ la verita e’ che non gli do molta importanza ai miei libri. Sono molto più interessato ai libri degli altri.

Toglierebbe alcune pagine dal detective selvaggi?
No per togliere delle pagine, dovrei rilleggerlo e questo la mia religione me lo proibisce

Non le fa paura che qualcuno voglia fare la versione cinematografica del romanzo?
Ah Monica mi fanno paura altre cose. Diciamo: cose piu’ terrificanti infinitamente piu’ terrificanti

L’occhio Silva e’ un omaggio a Julio Cortazar ?
In nessun modo

Quando ha terminato di scrivere Silva, detto l’Occhioracconto di Puttane assassine, non ha avvertito che aveva scritto un racconto capace di essere all’altezza per esempio, di “casa tomada”?
Quando ho terminato di scrivere l’occhio Silva smisi di piangere o qualcosa di simile. Che altro mai potrei volere io che fosse simile a un racconto di Cortazar, anche se casa tomada non e’ uno dei miei racconti favoriti

Quali sono stati i cinque libri che hanno segnato la sua vita ?
I miei cinque libri in realtà sono cinque mila. Menziono questi solo come punta di diamante o embajada aviesa: Il chisciotte di Cervantes. Moby Dick, di Melville. L’opera completa di Borges. Rayuela, di Cortazar. Una banda di idioti di Kennedy Toole. Ma dovrei anche citare: Nadja, di Breton. Le lettere di Jacques Vachè. Tutto Ubù, di Jarry. La vita, istruzioni per l’uso, , di Perec. Il Castello e il processo, di kafka. Gli aforismi di Lichtenberg. Il Trattato di Wittgenstein, L’invenzione di Morel, di Bioy Casares. Il satiricon di Petronio. La storia di Roma, di Tito Livio. I pensieri di Pascal.

Va d’accordo con il suo editore?
Abbastanza d’accordo. Heralde e’ una persona intelligente e spesso affascinante. Forse a me mi converrebbe di piu’ che non fosse così affascinante, Ormai lo conosco da otto anni e, almeno da parte mia, l’affetto non fa che crescere, come dice un bolero. Anche se forse non mi converrebbe amarlo tanto.

Che dice di quelli che pensano che I detective selvaggi e’ il grande romanzo messicano contemporaneo?
Che lo dicono per pieta’, mi vedono decaduto o svenendo per le piazze pubbliche, e non gli viene in mente niente di meglio che una menzogna pietosa, cosa che per gl ialtri e’ la più indicata in questi casi e non e’ nemmeno un peccato veniale.

E’ vero che e’ stato Juan Villoro quello che l’ha convinta a non intitolare “tormente di merda” il romanzo Notturno cileno ?
Lui e Heralde

Da chi ascolta più volentieri consigli riguardo la sua opera ?
Io non ascolto consigli da nessuno, nemmeno da un medico. Io do consigli a destra e sinistra ma non ascolto nessuno.

Com’ e’ Blanes ?
Un paese carino. O una città piccolina, di trentamila abitanti, abbastanza carina. E’ stata fondata duemila anni fa, dai romani, e dopo e’ passata di qui gente di tutte le parti. Non e’ un posto balneare per ricchi ma per proletari. Operai del nord e dell’est. Alcuni si fermano a vivere per sempre. La baia è bellissima.

Le manca qualcosa della sua vita in messico?
La mia gioventù e le interminabili camminate con Mario Santiago

Quale scrittore messicano ammira profondamente?
Molti. Della mia generazione ammiro Sada, il cui progetto di scrittura mi pare il più rischioso, Viloro, Carmen Boullosa, tra i più giovani mi interessa molto quello che fanno Alvaro Enrigue e Mauricio Montiel, o Volpi e Ignacio Padilla. Continuo a leggere Sergio Pitol, che scrive ogni giormo meglio. E Carlos Monsivais, il quale secondo quanto mi ha riferito Villoro, ha paragonato a Pol Pot Taibo 2 o 3 (o 4), cosa che mi sembra una sfida poetica. Pol Pot, è perfetto no? Monsivais conserva le unghia d’acciaio. Mi piace molto anche cio’ che fa Sergio González Rodríguez.

C’e’ un rimedio per il mondo?
Il mondo e’ vivo e a niente di vivo c’è rimedio E questa è la nostra sorte

Ma lei ha qualche speranza, in cosa? In chi ?
Mia cara Maristain, Lei vuole di nuovo trascinarmi nei pascoli della volgarità, che sono i miei pascoli natali. Ho speranza nei bambini. Nei bambini e nei guerrieri. Nei bambini che infastidiscono e scocciano in modo infantile e nei guerrieri che combattono con coraggio. Perchè? Mi rimetto alla lapide di Borges, come direbbe l’inclito Gervasio Montenegro, dell?accademia (come perez Reverte immagini un po’ ¡) e non parliamo piu ‘di questa questione

Quali sentimenti le fa risvegliare la parola postumo ?
Suona come il nome di un gladiatore romano. Un gladiatore invincibile. O almeno questo vuole credere il povero Postumo per darsi valore

Che pensa di quelli che pensano che lei vincera’ il premi Nobel?
Sono sicuro, mia cara Maristain, che non lo vincero’, come anche son osicuro che qualche barbone della mia generazione lo vincerà e nemmeno mi menzionerà nel suo discorso di Stoccolma

Quando e’ stato piu’ felice?
Io sono stato felice quasi tutti i giorni della mia vita, almeno per un piccolo momento, anche nellle circostanze piu’ avverse

Che cosa le sarebbe piaciuto essere se non fosse stato scrittore?
Mi sarebbe piaciuto essere un investigatore di omicidi, molto di piu’ che scrittore. Di ciò sono assolutamente sicuro. Qualcuno che puo’ tornare solo, di notte, nella scena del crimine, e non spaventarsi dei fantasmi. Allora si che sarei impazzito forse, pero’ questo, essendo poliziotto, si risolve con un colpo in bocca.

Confessa che ha vissuto?
Beh continuo a vivere, continuo a leggere a scrivere e vedere film. E come disse Arturo Prat ai suicidi della Esmeralda, finche’ io vivo questa bandiera non si ammainera’.

© traduzione di Carmelo P.

NOTE

Javer Cercas e’ stato un grande amico di Bolaño oltre che estimatore della sua opera. Nel suo romanzo “I soldati di Salamina c’e’ un personaggio che interpreta il ruolo dello scrittore Roberto Bolaño amico dell’io narrante, che a sua volta interpreta il ruolo dello scrittore Javier Cercas. In un articolo [print the star] Cercas dice:
“Ogni scrittore finisce col rassegnadosi, presto o tardi a convertirsi in un personaggio della sua stessa opera” torna su

Nel 1999 Roberto Bolaño fu invitato a cena a casa di Jorge Arrate y Diamela Eltit (scrittrice cilena). La cena fu ricordata da una cronaca di Bolaño, contenuto nel libro “tra parentesi”:
“siamo a tavola davanti alla cena che Jorge ha preparato personalemnte. Non c’e’ carne. Qualcuno in casa è vegetariano, e presumibilmente ha imposto agli altri la sua dieta. In ogni caso è jorge a cucinare, e non se la cava affatto male. Per me i piatti vegetariani sono come un calcio nello stomaco, ma mangio tutto quello che mi mettono davanti. Duamela guarda Jorge e poi guarda mia moglie, Carolina, e poi Lina e il romanziere Pablo Azócar, il quinto commensale, e non guarda me. Ho l’impressione di esserle antipatico. O forse Diamela è eccessivamente timida. non importa. A dire il vero adesso la sola cosa che mi preoccupa è che in quella casa possa irrompere una banda di nazisti con il pretesto di uccidere il ministro e già che c’è ammazzi mia moglie e mio figlio lautaro (….) [pag 80-81]
Gli invitati si irritarono molto con Bolaño. Ci fu un interscambio di lettere “mi parve che avesse violato l’intimità. Lo invitammo, lui voleva conoscere Diamela, e dopo uno resta sorpreso….e poi, lui ha lasciato correre la fantasia. Perdipiù l’ho trovata una cosa molto maschilista” , dice oggi Arrate:
-Cosa salva oggi di questa esperienza?
Jorge Arrate: -Mi fa ridere. Bolaño non mi parve particolarmente simpatico, ma mi fece una buona impressione. Ho anche un libro dedicato da lui. E’ stato molto divertente, perchè io ero un ministro e vivevamo qui a Ñuñoa, però in una casa più piccola che sta nella calle Cervantes. era estate e io lasciai la porta aperta e si entrava direttamente nel soggiorno. E lui arrivo nella casa di un Ministro. E mi domandò: “E Lei lascia la porta aperta?” “si”, gli dissi “perchè fa molto caldo”. “e non avete la scorta?”. “No solo rare volte lo’ho avuta”. Allora, nella dedica del libro scrisse:” A Jorge Arrate, che non usa guardaspalle” [ Jorge Arrate]
Racconta Agosin che: ” A partire da quell’episodio, Diamela Eltit no ha più voluto saper niente di Bolaño”, tanto che quando Patricia Espinosa la invitò a partecipare al progetto di un libro dedicato a Bolaño, Diamela Eltit si “rifiuto’ recisamente” . Al riguardo la stessa Patricia Espinosa riferisce che “tutto il suo gruppo si rifiutò. Per di più ci fu qualcuno che disse che Bolaño era una cattiva persona e che non avrebeb scritto sulle cattive persone” E aggiunge: ” Questo è un riflesso della bassezza, del pettegolezzo e della mediocrità che abbonda nell’ambiente cileno”
Questo episodio dimostra l’ipocrisia che regna nell’ambiente degli scrittori e il profondo disgusto che provava Bolaño nei confronti di una casta di cui non ha mai voluto far parte. torna su

Patricia Espinosa è una dei più importanti critici cileni e nel 2003 ha curato il libro di raccolta di 19 saggi di autori cileni su Bolaño intitolato:
Territorios en fuga: estudios críticos sobre la obra de Roberto Bolaño [ISBN: 956-8170-03-0]
Il libro, pensato mentre Bolaño era in vita fu pubblicato poco dopo la sua morte e in una intervista Patricia Espinosa afferma:
Non ho pudore a dirlo: questo libro è un omaggio a Bolaño. Gli si rende un tributo che nessuno immaginava sarebbe stato post mortem, ma alcontrario nella pienezza della sua attività. per questo non è opportunista. “Territori in fuga” è scritto per il mondo accademico, ma anche per i fans di Bolaño, a questa comunità di lettori diffusa e strana