Varie su Bolano

I dispiaceri del vero poliziotto

I dispiaceri del vero poliziotto

prima edizione: 2011, Spagna – Anagrama ed.,

prima edizione italiana: 2012, traduzione di Ilide Carmignani ,

Roberto Bolaño, I dispiaceri del vero poliziotto E cos’è che impararono gli allievi di Amalfitano? Impararono a recitare a voce alta. Mandarono a memoria le due o tre poesie che più amavano per ricordarle e recitarle nei momenti opportuni: funerali, nozze, solitudini. Capirono che un libro era un labirinto o un deserto: Che la cosa più importante al mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall’anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell’anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l’abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada maestra dei gesti gratuiti, dell’eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un coraggio simile a un vortice e uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore».
[Roberto Bolaño, I dispiaceri del vero poliziotto]

abbiamo preso buona nota dei suoi 4 progetti: Diorama, Los sinsabores del verdadero policía, El espíritu de la ficción e Consejos de un discípulo de Morrison a un fanático de Joyce
[agencia letteraria di Carmen Balcella.1984 ]

lettera di Bolaño a Carla Rippey- 1995

“Scrittura, letteratura, che fare, che fare. Dal 1977 sto scrivendo un libro di poesia intitolato La universida desconocida , ha più di 500 pagine. Ogni settimana subisce una mutazione. Il mio cmputer mi ha proibito definitivamente di salvarlo nell’hard disk. Romanzo: da alcuni anni lavoro a uno che si chiama Los sinsabores del verdadero policía e che sarà IL MIO ROMANZO. Il protagonista è un vedovo di 50 anni, professore universitario, figlia di 17, che se ne va a vivere a Santa Teresa, città vicina alla frontiera con gli USA. ottocento pagine. un imbroglio demenziale che nessuno capirà. Per il resto, lavoro per guadagnare soldi senza vendere la mia anima al diavolo”.
Il poliziotto è il lettore che cerca invano di ordinare questo romanzo indemoniato

Il vero poliziotto cerca l’invisibilità.
[Roberto Bolano ]

Los sinsabores del verdadero policía’, come ‘2666’, è “un romanzo inconcluso, ma non un romanzo incompleto, perchè l’importante per il suo autore non è stato completarlo, ma svilupparlo…..una scrittura visionaria, onirica, delirante, frammentaria e provvisoria”
[ Juan Antonio Masoliver Ródenas, prologo dell’edizione spagnola]

Ricordo che agli inizi degli anni novanta, in diverse occasioni, Roberto Bolaño mi raccontò per telefono che ra immerso nel processo di scrittura di un romanzo che si intitolava Los sinsabores del verdadero policía [la storia privata di ] . in quelle chiamate telefoniche mi spiegava che il libro doveva che essere lungo e contenere tutto quello che fino allora non era riuscito a scrivere. Roberto spiegava che l’urgenza e la volontà di scrittura richiedevano di uscire dalla contenzione riflessiva della poesia per addentrarsi nel dinamico fluire del discorso narrativo, questo luogo dove la proiezione della versificazione sarebbe dovuta espandersi, creare storie, scene incancellabili e luminose. In quei momenti la sua voce aqcuisiva un tono di urgenza malinconica, di strano e onnipresente imperativo.
[Bruno Montanè, Una inevitabile e urgente volontàBruno Montane, una inevitabile e urgente volontà]

Il risultato, lo stesso di 2666, non è un racconto, nè un film. E’ la contemplazione di un quadro che si può apprezzare o respingere per la sua forma, però no per l’esegesi narrativa che si può fare di esso. Spiegare di cosa parla I dispiaceri del vero poliziotto è come tentare di raccontare la storia che c’è in una sinfonia, con l’aggravante che la sinfonia, in realtà, è pensata per comunicarci che non c’e’ una storia, nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto l’esperienza di una narrazione con un finale impossibile.
[ Miguel Carreira, Approsimazioni alla tecnica di Roberto Bolaño a partire da Los sinsabores del verdadero policía.Bruno Montane, una inevitabile e urgente volontà]

Los sinsabores del verdadero policia

il libro è stato pubblicato da anagrama nel gennaio 2011 è stato tradotto in italiano da Ilide Carmignani, con il titolo I dispiaceri del VERO polizziotto.
in una nota editoriale alla fine del romanzo (pubblicato nel gennaio 2011) la vedova Carolina Lopez scrive che Il romanzo è costituito da tre scritti: “‘Los sinsabores del verdadero policía’ e ‘Asesinos de Sonora’, di 50 e 100 pagine rispettivamente, trovate nel pc dello scrittore. inoltre c’e’ un testo in parte dattiloscritto e in parte stampato da un pc senza archivio informatico” Quest’ultimo testo meccanografico, il cui titolo è sempre ‘Los sinsabores del verdadero policía’, è “un romanzo di 283 pagine,classificate in sette cartelle, cinque delle quali si trovavo nella scrivania dell’autore, insieme ad altri materiali relativi a ‘2666’, mentre le altre due parti sono state scoperte mettendo in ordine i suo iscritti”
L’editore Jorge Herralde ha affermato: “La lettura del romanzo ci convince che siamo di fronte a un’opera di una qualità letteraria straordinaria, nel territorio di ‘2666’ e ‘i detective selvaggi’, valke a dire, del Bolaño nella sua migliore forma”. Un terriorio dove già appare “il gran Bolaño della maturitò” e persiste “il giovane Bolaño poeta”.

Servizio televisivo in occasione della pubblicazione del libro in Italia (gennaio 2012)

NOTE

Lettera di Bolaño a Waldo rojas, gennaio 1996
Lettera di Bolaño a Waldo Rojas, gennaio 1996, dove chiede informazioni ull’ambiente universitario