Opere di Bolaño

Esordi e poesie di Bolano

Siete Poemas Breves Sette poesie brevi

Le Prosa – Revista de Escritura Literaria Nr 3
Director: Orlando Guillén – México, febbraio 1981.

I

Cae fiebre como nieve
Nieve de ojos verdes

I

Cade febbre come neve
Neve d´occhi verdi

II

Se ríen los trovadores en el patio de la taberna
La mula de Guiraut de Bornelh El cantar oscuro
y el cantar claro Cuentan que un catalán prodigioso…
La luna… Los claros labios de una niña diciendo en latín
que te ama Todo lejos y presente
No nos publicarán libros ni incluirán muestras
de nuestro arte en sus antologías (Plagiarán
mis versos mientras yo trabajo solo en Europa)
Sombra de viejas destrucciones. La risa de los juglares
desaparecidos La luna en posición creciente
Un giro de 75o en la virtud Que tus palabras te sean fieles

II

Ridono i trovatori nel cortile della taverna
La mula de Guiraut de Bornelh Il cantar chiuso
e il cantar chiaro Raccontano che un catalano prodigioso…
La luna… Le chiare labbra di una bambina che dice in latino
che ti ama Tutto lontano e presente
Non ci pubblicheranno libri nè includeranno saggi
della nostra arte nelle loro antologie (Plageranno
i miei versi mentre solo io lavoro in Europa)
Ombra d´antiche distruzioni. Le risa dei giullari
scomparsi La luna in posizione crescente
Un giro di 75º nella virtù Che le parole ti siano fedeli

III

Guiraut Sentado en el patio de la taberna
Las piernas cruzadas Has salido para digerir
contemplando el cielo Los tejados grises
Las chimeneas humeantes de los primeros días invernales
Las niñitas rubias morenas pelirrojas Jugando

III

Guiraut Seduto nel cortile della taverna
Le gambe incrociate E´ uscito per digerire
contemplando il cielo I tetti grigi
I comignoli fumanti dei primi giorni invernali
Le bambine bionde brune rosse Che giocano

IV

En primavera salían de los bosques y recibían a los hombres
Tersites Inmaculado el mármol atraviesa descripciones
lamentos estados totalitarios Algo tan lejano a la risa
de los comerciantes (Salían de sus bosques para hacer
el amor) Con campesinos que alababan grandemente
sus cabalgaduras atadas a los árboles bajos o paciendo
en los claros Una Grecia en blanco y negro Y anos dilatados
estrechando vergas notables Tersites las amazonas
un atardecer que persiste a las descripciones y los besos

IV

A primavera uscivano dai boschi e ricevevano gli uomini
Tersite Immacolato il marmo incrocia descrizioni
lamenti stati totalitari Qualcosa di così lontano dalle risa
dei commercianti (Uscivano dai loro boschi per fare
l´amore ) Con contadini che lodavano immensamente
le loro cavalcature legate agli alberi bassi o pascolando
nelle radure Una Grecia in bianco e nero E ani dilatati
che stringono verghe notevoli Tersite le amazzoni
una sera che resiste a descrizioni e baci

V

Tal vez no ame a nadie en particular dijo
mientras miraba a través de los cristales
(La poesía ya no me emociona) – ¿Qué? Su amiga
levantó las cejas Mi poesía (Caca)
Ese vacío que siento después de un orgasmo
(Maldita sea, si sigo escribiendo llegaré a sentirlo
de verdad) La verga parada mientras se desarrolla
el Dolor (Ella se vistió aprisa. Medias
de seda roja) Un aire jazzeado una manera de hablar
(Improviso, luego existo, ¿cómo se llamaba ese tipo?)
Descartes Caca (Qué nublado, dijo ella,
mirando hacia arriba Si pudieras contemplar
tu propia sonrisa Santos anónimos Nombres
carentes de significado

V

Forse non amo nessuno in particolare disse
mentre guardava attraverso i vetri
(la poesia non mi emoziona più) – Cosa? La sua amica
alzò le ciglia La mia poesia (Cacca)
Quel vuoto che sento dopo un orgasmo
(Sia maledetta, se continuo a scrivere finirò per sentirlo
veramente) La verga eretta mentre cresce
il Dolore ( Lei si vestì in fretta. Calze
di seta rossa) Un´aria jazz un modo di parlare
(Improvviso, dunque sono – come si chiamava quel tipo?)
Discarti Cacca (Com’è nuvolo, lei disse,
guardando in alto Se potesse contemplare
il tuo stesso sorriso Santi anonimi Nomi
privi di senso

VI

Nadie te manda cartas ahora Debajo del faro
en el atardecer Los labios partidos por el viento
Hacia el Este hacen la revolución Un gato duerme
entre tus brazos A veces eres inmensamente feliz

VI

Non ti scrive più nessuno adesso Sotto il faro
all´imbrunire Le labbra screpolate dal vento
A Est fanno la rivoluzione Un gatto dorme
tra le tue braccia A volte sei immensamente felice

VII

En la sala de lecturas del Infierno En el club
de aficionados a la ciencia-ficción
En los patios escarchados En los dormitorios de tránsito
En los caminos de hielo Cuando ya todo parece más claro
Y cada instante es mejor y menos importante
Con un cigarrillo en la boca y con miedo A veces
los ojos verdes Y 26 años Un servidor

VII

Nella sala di lettura dell’inferno Nel club
degli amanti della fantascienza
Nei cortili coperti di brina Nei dormitori di transito
Nelle strade di ghiaccio Quando ormai tutto sembra più chiaro
E ogni istante è migliore e meno importante
Con una sigaretta in bocca e con la paura Talvolta
gli occhi verdi E 26 anni Un servitore

© Traduzione dallo spagnolo di Carmelo Pinto
con i consigli e le correzioni del poeta Francesco Dalessandro

NOTE

Nelle poesie c’e’ un chiaro riferimento e uso di francesismi del trobar clus (poetare chiuso, difficile, ricercatissimo: molti siciliani si rifacevano a questo) e del trobar leu (di carattere più moderno). Nel dolce stil nuovo, Dante criticherà questo riferimento francese da parte della scuola siciliana.
Jaume Vallcorba dice:

….In Bolaño la poesia è origine, da respiro e timbro alla sua letteratura. Di fatto, nei nostri incontri, non parlavamo quasi mai di niente che non fosse poesia e specialmente di poesia medievale. Non per niente fu l’unica che gli interessò (…) Mi immagino che a Bolaño (come a Gabriel Ferrater) la poesia dei trovatori e i suoi immediati continuatori gli offrivano un fondo di verità nuda, lontana dai formalismi e arabeschi che la poesia europea adottò più tardi…..
[Jaume Vallcorba, “in Bolaño la poesia è origine”, rivista Quimera nr 134]
Bolaño ne parla in un articolo ad essi dedicato ( Tra parentesi , trovatori, pag 198):
….Quand’ero giovane, a Città del Messico, per gioco, ci dividevamo fra cultori del trobar leu e del trobar clus. Il trobar leu era, naturalmente, il cantare chiaro, semplice, a tutti comprensibile. Il trobar clus, invece, era il cantare oscuro, chiuso, formalmente complicato. Eppure, malgrado la sua ricchezza concettuale, non di rado il trobar clus poteva essere più violento e più brutale del trobar leu (che in genere era delicato), come dire Gongora scritto da un carcerato o, meglio ancora, come se nel trobar clus si prefigurasse la stella nera di Villon.
Non sapevamo, perchè eravamo giovani e ignoranti, che il trobar clus, a sua volta, si divideva in due categorie, il trobar clus propriamente detto, e il trobar ric, che come il suo nome indica è una poesia sontuosa, piena di fronzoli, e generalmente vuota. Vale a dire: il trobar clus rinchiuso nell’università e nella corte, il trobar clus spogliato della vertigine delle parole e della vita (…) ma quel che più ci piaceva era la vita scapestrata di alcuni trovatori. Per esempio: Jaufrè Rudel, che si innamorò letteralmente per sentito dire di una contessa che viveva a Tripoli, che viaggiò per il mediterraneo, alla sua ricerca, e poi finì i suoi giorni in una locanda di Tripoli, dove la contessa accorse, sapendo che quell’uomo aveva cantato le sue lodi in molte canzoni e poesie, e sul suo grembo chinò la testa Jaufrè Rudel, quando oramai la sola cosa che poteva fare era morire.
Nelle poesie vengono citati due trovatori:
– Pietro de la Mula o in occitano Peire de la Mula (… – …) è stato un trovatore italiano (fl. 1200 ca.), di cui soltanto un paio di distici e un sirventes sono tutto ciò che resta dei suoi scritti. Secondo il biografo della sua vida, era un menestrello e trobaire (trovatore) che si è fermato per lungo tempo nel Monferrato, Cortemilia e Piemonte alla corte di Ottone del Carretto (fl. 1190–1233).[1] Questo colloca l’attività di Pietro prima del 1209, allorché Ottone perse Cortemilia.
L’opera rimastaci per intero di Pietro, Dels joglars servir mi laisse, è un sirventes joglaresc, ovvero un sirventese che oltraggia i menestrelli (joglars), i quali “si riproducono come leprotti”. I menestrelli (meri esecutori) sono nel settore per denaro, ma i trovatori (compositori), secondo il parere di Pietro, sono meritevoli di onore. Per il suo sirventes Pietro ha imitato il metro della Er quant s’emba.l foill del fraisse di Raimbaut d’Aurenga, o, altrimenti, sarebbe stato influenzato metricamente e ritmicamente dai lavori di Giraut de Bornelh.

– Giraut de Bornelh o Giraud de Bornell o de Borneil (… – ca. 1220) fu un poeta trovatore provenzale, attivo all’incirca tra il 1160 e la fine del XII secolo, originario di Bourneix (da cui il nome), vicino a Limoges. Giraut fu in contatto più o meno diretto con le grandi corti d’Europa e con Riccardo Cuor di Leone a fianco del quale partecipò alla terza Crociata.