Varie su Bolano

Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce

Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce
prima edizione: 1984, Spagna – Anagrama ed.,

prima edizione italiana: 2007, Sellerio ed., trad: Morino Angelo

A quell’epoca [1984] io lavoravo a Roses, a metà strada tra Figueras e Cadaqués, anche se la mia vita non aveva niente di glamour, soprattutto se intendiamo la parola glamour così come la intendono e la esemplificano i centinaia di esiliati latinoamericani, soprattutto quelli che si dedicano all’arte o allo spettacolo (di fatto, dubito molto che sappiano la differenza tra l’arte e lo spettacolo). Diciamo che allora io lavoravo vendendo bigiotteria, come dire che avevo il mio piccolo negozio, e vivevo come un arabo di “Le mille e una notte”, o come un ebreo del ghetto di Praga, senza frequentare il circolo di Kafka, ma apprendendo quei nomi così pittoreschi che designano i diversi pezzi di bigiotteria. A mezzogiorno ero solito andare a nuotare in una scogliera del porto, dove ancora era possibile vedere i polipi. Quando i polipi mi vedevano si allontanavano e io li seguivo, senza toccarli, per un buon tratto. Di notte, dopo aver contato i guadagni e le perdite del giorno, e averle annotate in un quaderno molto grosso, mi mettevo a scrivere, steso per terra (non avevo un tavolo) e a volte pensavo all’occhio del polipo che avevo visto a mezzogiorno e tutto mi sembrava magnifico. Se non fossi stato vittima di una truffa, probabilmente avrei continuato con lo stesso lavoro
[ intervista di Luis García ]

Questo è un romanzo che ho scritto a quattro mani con Toni Garcia Porta. Lui fece un abbozzo e io lo terminai. Ci siamo divertiti molto a scriverlo, soprattutto io. Era un’epoca in cui lavoravo in un negozio e le notti dormivo li stesso, non avevo televisione, non avevo radio, non avevo niente, e mi mettevo a scrivere. Fu molto divertente.
Dunia Gras Miravet

Forse Bolano, con queste parole, si proponeva solo di aggiungere confusione alle diverse versioni che aveva precedentemente offerto….. nel dicembre 1981, la prima data di cui esiste traccia scritta, Bolano proponeva una serie di cambiamenti ai protagonisti:
[A.G.porta, epilogo, pag. 181-182]

“a) definirli di più secondo un certo prototipo che ci permetta giochi, strizzate d’occhio al lettore; b) chiarire – rendere più complessa – la scenografia in cui si muovono; per esempio farla definitivamente da romanzo poliziesco; c) lavorare il personaggio femminile e forse aggiungere uno o due protagonisti; d) focalizzare il romanzo, tu e io, come se girassimo un film d’avventura, permettendoci ogni taglio, ogni montaggio ecc.; e) approfondire la vena joyceana del personaggio centrale; di fatto, farne uno dei leitmotiv dell’opera; in modo modesto e sul poliziesco, fare con Joyce – o con lUlisse di J. J. – quello che lui ha fatto con Omero e l’Odissea. Certo! La differenza è grande! Ma può rivelarsi molto interessante, una specie di dripping pollockiano, la traslazione di simboli e ossessioni joyciane in un romanzo rapido, violento, breve” …
“Sono già al capitolo XI del nostro romanzo”…
“Il romanzo sta finendo, felicemente? Sono al capitolo XXI, su un totale di XXIV…Sarà opportuno che tu faccia una lettura con me, per gli ultimi particolari prima di battere a macchina”…
“Mi inquieta la tua osservazione sui primi capitoli. Forse hai ragione. Non voglio fermarmi troppo a lungo a pensarci perchè sono capace di rifarli e chissà quando finirei”…
Angel Ros parla come un sudamericano. Tu cosa ne pensi? Io penso che è una semplice influenza maritale. Da’ un’occhiata e risolvimi il dubbio”…

[Bolano citato da A.G.porta, epilogo, pag.182]

“Di mattino scrivevo senza fermarmi, fino a che mi venivano dolori di testa terribili a mezzogiorno. In quattro o cinque giorni scrissi la base del romanzo poliziesco, una cinquantina di pagine: La maggior parte dei personaggi erano amici che, leggendolo, chiedevano ritocchi o m idicevano che non volevano morire in quel modo ma in un altro. Così il testo andava cambiando fino a che arrivò Roberto e cominciò a uniformare lo stile”
A.G.porta: L’idea di un romanzo radicale e violento cominciò a frullare nella testa febbricitante di garcia porta nel giugno del 79. Rinchiuso in casa con il termotro a 39 gradi, si lancio nella scrittura di quello che sarebbe stato il germe del Romanzo…. ]

detctive selvaggiConsejos de un discípulo de Morrison a un fanático de Joyce viene pubblicato in Spagna nel 1984 e tradotto in Italia con lo stesso titolo – – nel 2007 da Angelo Morino per la Sellerio ed.
Se Un romanzetto canaglia è un romanzo rock “Consigli di …” è un romanzo punk. Ana è una specie di Sid Vicious Si una Novelita Lumpen es una novela rock, “Los Consejos” es una novela punk. Ana es una especie de Sid Vicious esaltato che va per la strada suonando con un basso trasformato in mitraglietta, mentre Angel, il suo compagno, cavalca in una tormenta joyeciana
un blogger
Devo avvertire, visto che sarà una costante in questa storia, che ci fu un tempo in cui volevo essere uno scrittore, in cui mi rinchiudevo nell’unica stanza tranquilla della casa dei miei genitori o andavo nei bar all’aperto delle Ramblas a pasticciare fogli dicendomi che ero più giovane di tizio quando tizio aveva cominciato e che non dovevo disperare, che solo resistendo ce l’avrei fatta, come se fossero stati quindici round o qualcosa di simile. Devo pure avvertire che adesso ho ventinove anni e che a ventisei ero già un veterano della resistenza e della pazienza, con diversi romanzi scritti a metà, diversi libri di poesie pubblicati a metà e un paio di cortometraggi in super 8 diretti e prodotti da me.
Dicevo, a chiunque volesse ascoltarmi, che non mi aspettavo niente, il che era un modo di nascondere che mi aspettavo quasi tutto, che a sua volta era un vivere nell’errore e nel delitto. Forse per questo offrii così poca resistenza quando Ana mi disse che avremmo ammazzato la vecchia.[p. 15]

Il mio eroe si chiamava Dedalus ed era un rapinatore di banche. L’importante, naturalmente, non erano le rapine né la sua vita clandestina, ma che fosse un esperto di Joyce. Sembrerà strano che un uomo violento, un rapinatore di banche, sia nel contempo uno studioso degno di appartenere almeno alla cerchia degli eruditi di Joyce in Spagna, ma così è la vita, e inoltre di cosa può vivere in questo paese uno studioso del maestro, se oltre ad avere orgoglio è un autodidatta? Forse gli rimarrebbe la possibilità di lavorare in un ufficio, ma Dedalus aveva già superato i trent’anni ed era stufo di tutto.[p. 35]

Ana mi fece tornare all’ordine. Introibo ad altare Dei. Infilò i soldi in una sacca mentre io tenevo sotto mira il personale. Un piccolo impiegato, per via del precedente cameratismo, tentò di intervenire. Gli dissi di tacere mentre Ana appendeva alla parete una poesia che aveva scritto per l’occasione malgrado le mie perentorie proteste. Il direttore era sempre disteso a terra. D’improvviso capì cosa stava per accadergli e argomentò precipitosamente che aveva figli. Gli dissi che non mi piacevano i bambini, ma non volli guardare quando Ana appoggiò la canna della sua arma alla nuca e sparò.[p. 30-31]

“C’è stato un periodo in cui, povero me ho creduto che la lettertura avrebbe trascinato le folle, come il rock, e che noi giovani che allora cominciavamo a pubblicare su riviste marginali o a fare letture in pubblico a cui assistevano solo i nostri amici avremmo avuto uno status simile a quello dei divi del rock… E’ piuttosto stupido…” (…) Ci saremmo conosciuti tutti… come si conoscono fra loro i musicisti del rock… e avremmo fatto letture a cui avrebbe assistito molta gente.”[p. 45-46]

Questa è la fine, bellissimo amico
Questa è la fine, mio solo amico
La fine dei nostri piani elaborati
La fine di tutto quanto cresce
La fine
Senza sicurezza nè sorpresa
Jim Morrison, The end