Varie su Bolano

Lettere inedite di Bolano

Prima lo propose a Gonzalo Millán, dopo a Waldo Rojas. Finiva il 1993 e Roberto Bolaņo, che era ancora uno scrittore anonimo, chiese ai poeti di scrivere insieme una “Enciclopedia abbreviata della letteratura nazista in America”. Immaginava una serie di biografie di autori fascisti, con bibliografie, leggende, miti, etc., dal 1933 al 2009.
Pura finzione: Qualcosa nello spirito di Tlon Uqbar Orbis Tertuis (de Borges): le immagini di noi stessi negli specchi concavi e convessi, ma specchi a conti fatti, gli diceva a Rojas in una lettera, dove confessava il sospetto che entrambi i poeti avrebbero rifiutato.

[nota dell’Archivio]
lettere di Bolano a Waldo Rojas […] Anni fa chiesi a un cileno appena arrivato qui, se in Cile esistesse una corrente letteraria che si autoproclamasse fascista. Disse di no, ovviamente, un pō scandalizzato dall’idea che potessero esistere scrittori del genere. Il periodo pinochettiano, a ben vedere, č stato povero persino di mostri; nonostante ciō ci sono o ci furono un paio di criminali noti – e a volte notevoli – che seppero fare fortuna e sviluppare la loro arte sotto la giunta militare; due poveri dilettanti se li compariamo con gli esimi artisti che produsse l’Argentina, o con alcuni solisti centroamericani o colombiani, le cui prodezze, ci sta facendo conoscere la stampa europea. Ma non c’č letteratura dietro i nostri mostri, il che li impoverisce, il che fa si – e questo č grave – che esistano solamente nei nostri incubi, un malessere particolare e non un malessere reale (anche se il dolore quello si che č reale).
A volte mi tenta l’idea di due eteronimi, o tre, per coprire questo buco. Altre volte, da megaloname, l’idea di un dizionario completo che contenga tutti gli scrittori nazisti dell’America, dal 1962 in poi: opere, tendenze, influenze europee, regionalismi, drammaturgie e manifesti, riviste marginali, riviste effimere, editori, pubblicazioni e seminari, conferenze…
Opere complete brevissime e opere complete voluminose.
Un dizionario che sia un romanzo che sia un dizionario tale e quale. Forse lo scrivo. Magari lo scrivo. Speriamo che domani – sono le 3 e mezza – non mi appaia come un’altra scemenza.
[lettera di Bolano a Waldo Rojas, settembre 1993]

lettere di Bolano a valdo rojas […] Un’altra cosa. Giorni fa ho proposto a Gonzalo Millan la scrittura congiunta di una Enciclopedia abbreviata della letteratura nazista in America, qualcosa nello spirito di Tlon Uqbar Orbis Tertuis le immagini di noi stessi negli specchi concavi e convessi, ma specchi a conti fatti.
(Un corpo principale composto da bibliografie di questi, pių una serie minore di piccoli lavori chiarificatori, miti, pubblicazioni, relazioni in Europa, conferenze e conferenzieri, leggende etc. Uno spazio di tempo che va dal 1935 o 1939 fino al 2009, qualcosa di simile.
Nel post scriptum gli dicevo che sarebbe stato magnifico poter contare anche su di te.
Bene, suppongo che Gonzalo si rifiuterā di partecipare e suppongo che tu farai altrettanto, ma che rimanga agli atti che siete stati i primi a cui l’ho proposto (mi pare che in una lettera anteriore giā ti avevo parlato di questa idea, fu il malvagio Doctor Petiot, Dottor Petiot, film francese del 1990 colui che me lo ha sussurrato all’orecchio?
[lettera di Bolaņo a Waldo Rojas, dicembre 1993]

cartolina di bolaņo a Waldo Rojas
cartolina inviata da R.Bolaņo a Waldo Rojas, gennaio 1996

lettere di Bolano a valdo rojas P.S. Alcuni giorni fā ti ho inviato il mio ultimo libro di poesia, Lo perros romanticosLos perros romanticos, spero che sia arrivato. A febbraio o marzo verrā pubblicato il romanzo immediatamente anteriore a Stella Distante, La letteratura nazista in America, nel cui ultimo capitolo si anticipa una buona parte di Stella Distante. Me la pubblica Seix Barral, il che mi rende abbastanza nervoso. Come dicono in Spagna, dopo una lettura generosa: ti devo un caffč latte…..
[lettera di Bolano a Waldo Rojas, novembre 1995]

una delle riviste fondate a Barcellona da R.Bolaņo e B. Montanč
Una delle riviste fondate a Barcellona
da R.Bolaņo e B. Montanč
Due anni dopo, Bolaņo annuncia a Rojas che sta continuando da solo con la sua idea e nel gennaio 1996 uscirā il libro La letteratura nazista in America. Lettera di Bolaņo a RojasMe la pubblica Seix Barral e ciō mi rende molto nervosoLettera di Bolaņo a Rojas, annota nella lettera, un’altra ancora della sua corrispondenza che mantenne per 15 anni con il poeta esiliato a Parigi.

L’interscambio iniziō a principio degli anni ’80, quando il futuro autore di 2666 era un aspirante poeta dal passato selvaggio che tentava una carriera a Barcellonanota e cercava a tempo pieno complici letterari. Aveva a suo fianco Intervista a Bruno Montane , luglio 2005Bruno Montané, con il quale pubblicō una serie di rivite effimere, ma Bolaņo andava pių lontano e mandava segnali al mondo bussando alle porte del circuito cileno.

lettera di Bolaņo a Waldo Rojas,1983
Una delle prime lettere Bolaņo a Waldo Rojas del 1983, in cui chiede la collaborazione del poeta alla rivista Berthe Trépat editata da Bolaņo e Bruno Montanč a Barcellona [vedi nota 2]

Mentre al centro di Cultura Contemporanea di Barcellona si commemorano i 10 anni dalla sua morte con una testi sulla mostra CCCB Archivio bolaņo 1977-2003esposizione delle sue carte private, un volume sconociuto di corrispondenza sparsa di Bolaņo, che completa il ritratto del suo lungo cammino verso la leggenda. Come a Rojas, l’autore de I detective selvaggi scrisse anche a La breve corrispondenza tra Roberto Bolaņo e Enrique Lihn di Annette LeddyEnrique Lihn, alla critica Soledad Bianchi e contattō Millán. Da Barcellona, Gerona o Blanes, Bolaņo seppe sempre il suo destino:

Lettera a Soledad Bianchi 1980 Nel frattempo scrivo. Cocciutamente. Amorosamente. Non so che utilitā possa avere ciō, ma continuo a farlo. Ti giuro che a volte costa

scrive nel 1980 a Bianchi, allora componente del comitato di redazione della rivista dell’esilio cileno, Araucaria

Insediatosi a Barcellona nel 1977 [fino al 1980], Bolaņo sopravvisse pių di una decade con lavori mal pagati. Chi lo frequentava a quei tempi, come Mauricio Electorat, lo ricorda come un enciclopedico ossessivo, che leggeva di tutto, e sapeva ogni verso perfino del poeta pių anonimo del Cile o Messico. Voleva anche che leggessero i suoi. Nel 1979, nei suoi primi contatti, chiede a Lihn di dargli una mano. L’autore de La pieza oscura non sa che fare con questo sconosciuto:

Lettera a Soledad Bianchi 1980 Al momento non posso dar corso a nessuna delle tue richieste… perchč non sto preparando antologie nč concedo borse di studio…
[la tua poesia] mi č piaciuta abbastanza in alcuni versi, e in altri l’ho trovata sfibrata… il surrealismo ortodosso ormai non si sopporta pių. Quaclosa va bene e qualcosa non va

gli risponde

Il suo carteggio con Lihn cominciō nel 1999. Come lo racconta Bolaņo stesso nel racconto Incontro con Enrique Lihn ( della raccolta Puttane assassine), scrisse lui per primo. Oggi nell’archivio della fondazione Getty, dove sono conservate le carte di Lihn, delle 20 lettere, 14 sono di Bolaņo. Qui a Gerona č arrivato l’inverno e la paranoia. la mia situazione economica č disperata, annota l’autore di stella distante nel 1982. E continua: Del Cile non so niente, niente. Completamente fuori dalla letteratura cilena, e orrore, tra sei mesi compierō 30 anni. Che sarā di me? Sarō un Braulio Anguita (sic) dell’anno 2000? Dio non lo permetta.

[nota dell’Archivio]
intervista OFF the record Io credo che Lihn inventō un premio ovvero lo disse a me, mi mentė, mi disse hai vinto un premio …… o preferirei credere che Lihn inventō il premio, un premio fantasma, dove non c’erano soldi non c’erano pubblicazioni non c’era niente, solo una lettera di Lihn: hai vinto un premio…. eh…era molto tipico di Lihn peraltro …
Io quando ho conosciuto Lihn, stavo molto male, in Gerona…. cartolina inviata da Bolano a E.Lihn nel 1983 Vivevo a Gerona, in una casa, solo, una casa molto grande in piena campagna vivevo insieme al mio cane ed eravamo sul punto di convertirci, il cane ed io, in due eremiti, completamente selvaggi e la gente credo avesse paura di venire in quella casa, non per via del cane, ma per paura verso di me.. era terribile io pensavo che la mia situazione con la letteratura, in qualche modo era finita, non perchč volessi smettere di scrivere ma il flusso della letteratura, la lettura, il confrontare la tua letteratura con quella di altri, ciō era finito per sempre..
E all’improvviso comincio ad avere una corrispondenza con Enrique Lihn, molto bella, davvero molto bella, Lesse mie poesie qui in Cile..ma soprattutto non mi gnorō, mi parlō e mi tirō fuori dalla brutta situazione in cui mi trovavo con grande facilitā cartolina inviata da Bolano a E.Lihn nel 1983
[Intervista Off the record di ‘Rodrigo Gonįalves e Fernando Villagrán, 2005]

lettera a Enrique Lihn Qui a Gerona č arrivato l’inverno e la paranoia. La mia situazione economica é disperata. Questo porta nevrosi e problemi. Uno perde la pazienza…..continuo a vivere solo, senza caminetto nč qualsiasi tipo di riscaldamento e i venti dei Pirenei si infilano in tutti i buchi della casa….
Popolazione: un uomo, una cagna, un sacco di gatti. Arriva un virus e mi ammazza la metā dei gatti! ho dovuto iniettargli siero e antibiotici! Il Tono, mi ha morso, poveretto! Assolutamente nero e bellissimo. Si chiama Tono, da tonalitā. Tono musicale e mai diminutivo di Antonio…..
A volte vengono amiche. sono scrittore, le dico, e non mi credono, naturalmente. Fanno bene…
Del cile non so niente, niente. Completamente fuori dalla letteratura cilena, e orrore, tra sei mesi compirō 30 anni. Che ne sarā di me? Sarō un Braulio Anguita (sic) dell’anno 2000? Dio non lo permetta….
[ lettera a Enrique Lihn, 1982]

Perō sė, sapeva del Cile. Nella corrispondenza di pių di 15 anni che mantenne con Bianchi, Bolaņo parla dei poeti della sua generazione, menziona riviste locali (La Bicicleta) e rare antologie di poesia giovane (Poesia per il cammino, 1977). Bianchi pubblicherā sue poesie in Auricaria nel 1982, perō lui mai potrā comprendere che fossero poesie dell’esilio: In che misura non sono pių esiliati certi artisti cileni che vivono e lavorano in Cile, con tutta la repressione culturale, politica, economica, rispetto a quelli che vivono fuori? le domanda a Bianchi nel 1979 e menziona due “anime erranti” esiliate molto prima dell’esilio: Violeta Parra e Pablo de Rokha.

Negli anni, sarebbe divenuto amico di Bianchi: nel 1992 le inviō una prima versione del suo libro di poesia, La universidad desconocida, La universidad desconocida. Divenne anche amico di Waldo Rojas, al quale scrive nel giugno 1993 dall’Ospedale del Valle Hebrón (dove morirā 10 anni dopo). Gli hanno fatto un ERCP (una endoscopia), che esamina la sua vescica e il suo coledoco come un detective alla ricerca di un serial Killer. E aggiunge: va tutto bene la mia dottoressa favorita dice che ancora non morirō. posso scrivere ancora un paio di romanzi.

Nel libretto di appunti del 15 agosto 1978, Bolaņo registrō con ansia il deiderio di essere romanziere.

Diario di bolaņo Non voglio pių scrivere poesie: voglio scrivere un ROMANZO, ma mi costa tanto cominciare (sic)
[R. Bolaņo]

Sempre fedele alla poesia, dagli inizi dgeli anni 80 scrive anche romanzi: nel 1984 racconta a Bianchi che lavora nei romanzi Lo spirito della fantascienza (inedita), La strategia mediterranea (pubblicata come Il Terzo Reich) e La pista di ghiaccio.

Lettera di Bolaņo a Soledad Bianchi Magari un giorno io sarō l’unico cileno in Europa, traslocando la mia residenza ogni due anni o la mia permanenza annuale o il mio permesso turistico ogni tre mesi…
Prima della fine dell’anno spero di aver terminato due romanzi che mi sono costati, tesorini di papā, miglia di Ducati [marca di sigarette], litri e litri di té Hornimans, alcuni incubi e, il ritrovarmi oggi come oggi senza soldi nč lavoro fisso (perchč questo é un’altra cosa, tanto terribile come lavorare, ma parallelo, demonio viziato a qualcosa di simile), oltre che infermo immaginario secondo un paio di medici catalani molierizzati fino alla nausea e abbastanza fottuto secondo me, abitante nel limbo delle distonie neurovegetative. Ma i miei figli si avvicinano a questa realtā e muoio dalla voglia di vedere come saranno trattati dagli editori!
[Lettera di Bolaņo a Soledad Bianchi, 1983]

Nel 1995 invia a Rojas il manoscritto di Stella distante e riceve una lettera di elogi che lo lasciano “sbalordito”. L’anno seguente, nel gennaio 1996, gli racconta che sta scrivendo I dispiaceri del vero poliziotto, e chiede delle informazioni sull’ambiente universitario.
Lettera di Bolaņo a Waldo Rojas Ho ricevuto la tua lettera con la critica a Stella Distante (il nome continua a non convincermi ma non ne trovo uno migliore) e tanta generositā da parte tua mi ha lasciato sbalordito. Grazie. Veramente, i lettori come te fanno venire voglia di scrivere. Questo te lo dico in ginocchio e molto seriamente.
Prendo nota delle tue obiezioni […]
Ancora una volta, Waldo, grazie per la tua lettura. Ho letto la tua lunga lettera una cinque o sei volte, come un innamorato legge la lettera della sua fidanzata, un innamorato coscritto, estasiato, ipnotizzato, cifrando le sue speranze in quelle parole che in fondo sa che obbediscono pių all’amicizia, alla pietā, che a un appprezzamento obiettivo, ma che lo seducono come il perdono dei peccati.
Un bacio a Eli e un forte abbraccio per te dal vostro Roberto.
[Lettera di Bolaņo a Waldo Rojas, novembre 1995]

Come negli anni ’80, all’inizio degli anni ’90 Bolaņo ha bisogno di complici e lettori. Nel gennaio del 1997, in una delle sue ultime lettere a Rojas, passa in rivista la letteratura cilena di fine secolo: l’ha commosso la recente morte di José Donoso, ha letto lettera di bolaņ a Waldo rojascose buene, altre bruttelettera di bolaņ a Waldo rojas, della Nuova Narrativa Cilena vuole leggere Pedro Lemebel, crede che il Premio nazionale di Letteratura per Miguel Arteche sia uno scherzo, assicura che il panorama della poesia cilena č lettera di bolaņo a W. rojasdesolantelettera di bolaņo a W. rojas. Anticipa a Roja che sta scriventdo un “romanzo fiume”, probabilmente I detective selvaggi. Sospetta che lo “farā uscire dalla povertā”: non immagina che lo porterā a leaderare la sua generazione in Hispanoamerica

indice di Patricio Pron indice del materiale di Roberto Careaga presente nell’archivio

percorsi:

la mostra di Barcellona Archivio Bolaņo 1977-2003, testi di autori vari.
intervista a Carmen PerezIntervista a Bruno Montanč, “A due anni dalla morte di Roberto Bolaņo”
Un classico e un moderno: La breve corrispondenza tra Roberto Bolaņo e Enrique Lihn, di A. Leddy
biografia di Bolaņo , testi di autori vari.

NOTE

Riportiamo alcune citazioni sull’arrivo di Bolaņo a Barcellona dove resterā fino al 1980:
Jorge Morales, dietro le tracce delle poesie incalcolabili Quando Bolaņo se ne andō dal Messico nel gennaio 1977, aveva giā mezzo sicuro un lavoro in Svezia, che aprė le porte e accolse decine di migliaia di cileni della Unidad popular. Ma sua madre, Victoria Avalos, che viveva giāda due anni a Barcellona, era fragile di salute e lui dovette cambiare destinazione dalla Scandinavia al Mediterraneo. A Barcellona, in ogni caso, il momento era stellare e le opportunitā che si presentavano, infinite. la cittā ardeva, vivendo intensamente la sua transizione alla democrazia, e il Barrio Gótico era un brulichio di artisti, pittori, e poeti, che confluivano negli stessi posti (e nelle stesse feste) con le oleade di turisti, studenti, “hippies” provenienti da tutto il mondo, in un mosaico di allegria, gioventų, libertā e rock and roll, veramente memorabili.
Roberto conobbe tutti questi ambienti, e li visse mentre esplorava la possibilitā di guadagnarsi la vita e continuare con la sua carriera letteraria. Barcellona era giā in quell’epoca, la capitale mondiale dell’edizione in lingua spagnola, ed era logico che, con tutte le esperienze e lavoro accumulato che lo avallavano dal messico, avesse speranze di trovare qualcosa di buono. Ma tarderā poco a capire che le cose non erano per niente facili. Che una cosa č l’apparenza, un’altra la realtā. cinque anni dopo, la situazione in Spagna continuava ad essere irregolare, e il famoso “permesso di residenza e lavoro”, pių volte negato. Cinque anni dopo, per comprovare in carne viva, quanto costa caro soddisfare senza ma le esigenze della Musa, ed il prezzo di “mollare tutto ” e lanciarsi per le strade di nuovo. tra i numerosi lavori che fece per guadagnarsi la vita, il pių importante fu quello di vigilante notturno del camping Estrella de Mar, a Castelldefels, che aveva l’inconveniente di essere limitato alla stagione turistica. Gli inverni solevano essere duri, e le necessitā costanti, ed erano la cornice per il dispiegarsi della sua vocazione, per le lunghe ore trascorse da Roberto Bolaņo contemplando o leggendo o scrivendo
[Jorge Morales, saggio di jorge Morales sulla poesia di bolaņodietro le tracce delle poesie incalcolabili]

intervista a Bruno montane Perchč il viaggio in Spagna e non un altro paese?
Era appena morto Franco (20 novembre 1975) e in Messico si parlava moltissimo della Spagna: Inoltre c’era mio fratello Alvaro. Bolaņo aveva la madre in Spagna. Gli arrivi furono cosė: Arrivō mio fratello, poi la madre di Roberto e la sorella. Poi io e dopo Roberto. In quel momento mentre io ero qui, si pubblicarono due riviste in Messico: “Pajaro de calor” e “Correspondencia infrarrealista”. due numeri unici

Ne I detective selvaggi, Roberto Bolaņo include la testimonianza di Felipe Müller che scrive ad Arturo Belano che si trova in Messico, allertandolo sulla cattiva salute di sua madre. Siincontrano nel piano di Belano in via Tallers, e poi le conversazioni in piazza Martorelli, la stessa dove ci troviamo ora. Roberto Bolaņo arriva in Spagna agli inizi del 1977. […]
Ci furono dei cambi nell’amicizia o il rapporto continuō ad essere lo stesso di prima?
Ci separammo per il fatto che lui andō a vivere a Gerona, nel 1979 o nel 1980. Lavorava come vigilante notturno in un camping di Castelldefeldes durante l’estate e d0inverno viveva a Gerona. Il trasferimento a Gerona avvenne perchč sua sorella e il suo compagno catalano decisero di tornare in Messico per alcuni anni. Roberto allora, andō a vivere nella piccola casa che gli aveva lasciato sua sorella. Dopo, intorno al 1984-1985 si stabilisce a Blanes
[Intervista a Bruno Montane] torna su

Racconta Bruno Montane:
intervista a Bruno montane Avete ripreso l’impeto editoriale del Messico?
Facevamo una rivista con un tiraggio di 10 esemplari fotocopiati e io gli dicevo, “perō Roberto, questo non ci porta a niente..” Lui rispondeva: “Non importa, non importa, tutto questo resterā, ricordati, resterā…” Cosė nacque Berthe Trépat, editata a Barcellona, in onore della pianista che appare in Rayuela di Cortazar , un personaggio metaforico perchč č una pianista che suona per nessuno. Il suo uditorio č costituito da Horacio Oliveira e la Maga e qualche personaggio strano, di modo che il lettore la reinventa come una specie di pianista Marcelduchampiana. E’ l’idea dell’artista che mette tutta la sua passione per un pubblico inesistente, qualcosa che succedeva anche con la rivista. E’ ciō che sentivamo facendo una pubblicazione di pubblico disconoscimento.

Che cosa “pubblicavate”, detto tra virgolette ?
Roberto aveva una corrispondenza con Enrique Lihn e alcune poesie di “Pena de extraņamiento (che si editō nel 1986) apparvero in Berthe Trépat prima che si pubblicasse il libro. Uscirono solo tre numeri, i primi due curati da me e Roberto. Gli esemplari furono distribuiti solo ai collaboratori , e ad un certo punto, Roberto si scriveva con Soledad Bianchilettere di Bolano a Soledad bianchi e cosė lei ebbe nostre notizie
[Soledad Bianchi curō nel 1984 un’antologia “Tra la pioggia e l’arcobaleno: giovani poeti cileni”, dove venne pubblicata la poesia di R.Bolano e B. montanč, La cava delle manileggi la poesia la cava delle mani].

A parte questa rivista ne faceste delle altre ?
All’inizio, poco dopo l’arrivo in Spagna, una che si chiamō ” Rimbaud vuelve a casa”. Facemmo solo un numero con un tiraggio di mille esemplari, impressa nella tipografia di un periodico di Palma di Maiorca. Avevamo un contatto con pittori catalani che conoscemmo qui a Barcellona, in una terrazza.
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